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Crisi della sinistra

Pubblicato da Andrea Papi in destra e sinistra · 1/4/2015 12:24:00
Crisi della sinistra e conseguentemente della coppia destra/sinistra, oltre, ben al di là, dei vincoli valoriali che avevano tentato di imbrigliarle in gabbie identitarie rivelatesi inaccessibili. Sono entrate definitivamente in crisi con l’entrata in crisi della politica in quanto tale.

Destra e sinistra non rappresentano più definitivamente categorie identitarie di riferimento per comprendere lo svolgimento politico nel suo manifestarsi.

La sinistra, in particolar modo in Italia, ha accettato di trasferire l’identificazione di sé dal senso culturale originario (liberazione ed emancipazione dal potere e dallo sfruttamento) all’egemonia politico/culturale del socialismo autoritario (in entrambe le versioni, rivoluzionaria bolscevica l’una e socialdemocratica l’altra). Dapprima si è così impoverita la tensione primordiale che l’aveva sia generata sia motivata, poi si è deprivato di senso il suo esserci. Quando poi la prova dei fatti ha dimostrato l’inconsistenza congenita del suo messaggio la sinistra è diventata impresentabile, soprattutto perché si sono dimostrati impresentabili prima la realizzazione rivoluzionaria bolscevica poi il riformismo socialdemocratico. Se avesse accettato di vivere le sue esperienze fallimentari come strade da sperimentare e non come identità univoche, dichiarando di fronte al fallimento di voler cambiare dando avvio a un nuovo esperimento emancipatorio, magari di stampo libertario, oggi la sinistra esisterebbe ancora, più fulgida che mai. In particolare avrebbe dovuto lasciare aperto lo spazio e la legittimità alla progettazione anarchica, perché irriducibile al capitalismo e al centralismo autoritario politico.




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